Overbooking aereo: quando le compagnie fanno le furbe

overbooking: quando le compagnie aeree fanno le furbe

Probabilmente vi sarà capitato di sentire la parola “overbooking aereo”, magari al telegiornale, magari in aeroporto. O magari voi per primi siete rimasti vittime di questa situazione sicuramente spiacevole, che mette in cattiva luce e non poco le compagnie aeree, specialmente quelle low cost. Se però non sapete che cosa sia, eccovelo spiegato.

Situazioni spiacevoli

Forse non avete mai avuto l’occasione di sentire qualcuno lamentarsi – anche con toni piuttosto accesi – con il personale di una compagnia aerea perché non può usufruire del volo per cui ha pagato il biglietto. Ma com’è possibile? Vi starete chiedendo. Potrebbe essere un caso in cui sono stati venduti più biglietti di quanti posti siano effettivamente disponibili su quell’aereo.

Anche se è una cosa di cui si parla soprattutto per le compagnie aeree low cost, il fenomeno dell’overbooking riguarda un po’ tutti e (come vedremo) non si tratta di un’azione totalmente sbagliata, ma deve essere ben gestita. Se invece viene usufruita male provoca solamente disagi, oltre alla furia giustificata di clienti che non possono prendere un volo che hanno pagato (magari anche con tutti i sovrapprezzi del caso) e che quindi si ritrovano costretti a spendere per un altro volo – sicuramente di un’altra compagnia.

Cerchiamo di capire le dinamiche di questo sistema, che viene detto overbooking o sovraprenotazione se vogliamo usare un termine italiano. E appunto si tratta di un numero di prenotazioni di voli leggermente o significativamente più alto rispetto all’effettiva quantità di posti disponibili su quel volo di linea. Vediamo perché le compagnie ne sono così attratte, e quali vantaggi porta loro ma, non ci crederete, anche a noi consumatori!

Definizioni e spiegazioni

Se una compagnia aerea ricorre all’uso dell’overbookoing è perché è attratta e vuole avere il guadagno più alto possibile da ogni tratta aerea da essa intrapresa. Sfatiamo subito un mito: non è una pratica usata unicamente in ambito aereo perché anche altri mezzi di trasporto come i treni o l’ambito alberghiero come ristoranti e hotel si “macchiano di questa colpa”. Può capitare che delle persone per varie necessità cancellino una prenotazione, non si presentino, rinunciando al servizio che avevano in precedenza richiesto e pagato: capirete da soli che per l’azienda si apre un buco, che con delle persone messe in lista con o senza saperlo viene facilmente toppato non portando perdite di guadagno.

Succede molte volte, anche in ambito aereo, e nella maggior parte dei casi avviene tutto in tranquillità, senza che il consumatore “ingenuo” si accorga di nulla: un cliente rinuncia al viaggio, perde il volo a causa di un ritardo aereo precedente). Nei voli aerei è per ovvi motivi più difficoltoso sostituire un volo rispetto ad un treno che rimpiazza velocemente la prenotazione persa grazie alle fermate intermedie che fa che invece l’aereo non effettua.

Solitamente, comunque, chi rinuncia al volo lo fa con anticipo perché magari lo sa, e magari riuscendo ad ottenere la cancellazione e un rimborso parziale del costo del biglietto che quindi la compagnia aerea può rimettere in vendita con possibilità sufficienti per ottenere una nuova prenotazione. Ma c’è anche chi ha un imprevisto all’ultimo, magari la mattina stessa e se la compagnia aereo non agisse in precedenza, per lei sarebbero dei soldi persi. Invece agendo di overbooking ha un guadagno doppio sullo stesso biglietto.

Giochi di previsione

Si tratta quindi di saper precedere le rinunce, e dal momento che non hanno solo un volo ma diversi aerei che ogni giorno dominano i cieli del nostro pianeta, ottengono annualmente centinaia di milioni di euro in più proprio grazie all’overbooking. Ci sono algoritmi molto sofisticati che le aiutano ad avere una stima in percentuale di quanti passeggeri potrebbero non presentarsi su un volo, e sulla base di questa stima mettono in vendita più biglietti rispetto a quanti posti ci siano. Ogni azienda al suo algoritmo, super segreto che non cede a nessuno e non pubblica per evitare che le altre compagnie possano guadagnare molto con il loro stesso metodo. Comunque di solito si tengono in considerazione l’aeroporto di partenza, l’orario di partenza, la destinazione, il meteo, le cancellazioni sui voli precedenti.

Secondo queste stime, per esempio, si hanno meno rinunce da un volo che va da un aeroporto di un centro provinciale ad uno molto grande dove si prende una coincidenza, perché magari da quell’aeroporto non ci sono vie più semplici, veloci o economiche per raggiungere una destinazione, ed essendo più piccolo ha anche meno voli e meno compagnie presenti.

Fattori da tenere bene in considerazione per ciò che concerne le motivazioni dei clienti che difficilmente rinunceranno a quel volo per un contrattempo. La situazione, invece, si ribalta negli aeroporti più grandi che hanno più offerta di voli, sono più trafficati e hanno più ritardi che fanno perdere le coincidenze.

Tutti questi sistemi di previsione sono migliorati nel corso del tempo, anche perché nessuna azienda ha interesse nel perdere clienti a causa di overbooking. Se per esempio negli anni Novanta le “vittime” di overbooking statunitense era a 16 su 10.000, oggi si è ridotta a 9. Quindi ben poche persone, che però ogni tanto hanno l’inconveniente di non poter salire su un aereo pur avendo pagato il biglietto perché non c’è posto per loro. La compagnia in tal caso deve offrire al cliente che sta subendo un disagio un biglietto sul suo primo volo disponibile, o comunque compensando all’errore dandogli magari dei buoni, o degli sconti, o un posto in una classe più ricca nel prossimo volo. Visto che si tratta di un solo passeggero, non è una spesa che la porterà in perdita.

Partire informati

Noi comunque, dal canto nostro, possiamo sapere tutte queste cose. Quando acquistiamo un biglietto le indicazioni sulle pratiche di overbooking ci vengono tutte indicate e sappiamo che potremmo non avere il nostro posto garantito in una bassissima probabilità. Chi però – come al solito! – ha più rischio sono coloro che comprano un biglietto economico, ma anche qui per evidenti calcoli: sono molte di più. E sono anche quelle che hanno volato poche volte o addirittura per la prima volta con una determinata compagnia, e non hanno magari una carta fedeltà che raccolga tutti i km percorsi con loro. Ancora, chi fa il check-in più in ritardo rispetto ad altri ha maggiori rischi di subire l’overbooking. Come evitare allora tutto ciò? Facendo il check-in appena possibile, la carta fedeltà anche se non userete spesso quella compagnia, o ancora arrivando tra i primi al gate.

Non dimentichiamoci che questa pratica ha numerosi vantaggi anche per noi, perché l’overbooking consente alle compagnie aeree di proporre biglietti a prezzi stracciati. Quindi in conclusione e in linea di massima l’overbooking non è un male, se ben gestito! Inoltre per il passeggero è previsto un congruo risarcimento, scopri come ottenerlo in modo facile e sicuro con Flycare

 

 

 

Author: Staff
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