Mercoledì 8 gennaio è stato trovato un bambino morto nel carrello di un aereo Air France Boeing 777 che è atterrato all’aeroporto di Roissy, nei pressi di Parigi. Questo aereo proveniva da Abidjan in Cosa d’Avorio. È stato davvero un evento straziante che ha toccato il cuore di tutti. Il bambino avrà avuto all’incirca 10 anni. Quello che forse molte persone non sanno, incluso i migranti che provano in tutti i modi di scappare dalle loro condizioni difficili è che le temperature nel carrello possono scendere al di sotto dei 50 gradi.
È anche molto triste sapere che negli ultimi anni sono stati tantissimi i corpi di clandestini trovati morti nella speranza di avere altrove una vita diversa. Si tratta soprattutto di adolescenti dell’Africa. Questo non è avvenuto solo negli aerei ma anche nei portabagagli di auto e autobus. È capitato che molti sono morti di freddo ed altri schiacciati dai meccanismi del carrello di atterraggio. Inoltre, le temperature tra i 9000 e i 10000 metri di altezza possono scendere anche a meno 50 gradi. È impossibile sopravvivere a delle temperature di questo tipo.
A qualche giorno di distanza dal terribile accaduto il padre del bambino ha deciso di parlare. Grazie al padre sappiamo che il bambino si chiamava Ani Guibahi Laurent Barthelemy e aveva 14 anni. Andava a scuola e frequentava nel suo paese la quarta elementare. Dal racconto del padre si evince che non era un ragazzino in fuga dal suo paese e dalla sua famiglia in cerca di una vita migliore. Infatti, il padre afferma, durante l’intervista rilasciata a la Repubblica, che sicuramente è stato fuorviato da qualcuno. Il padre afferma che Laurent era un ragazzino che non aveva mai dato problemi, andava a scuola, studiava e non beveva.
Il lunedì mattina prima dell’accaduto, prosegue il padre, Laurent era andato a scuola, il primo giorno dopo le vacanze di Natale. L’allarme è scattato nel momento in cui la famiglia non ha visto ritornare il ragazzino a casa e hanno sporto denuncia. La foto è stata diffusa immediatamente sui social. Il giornalista chiede al padre se per caso Laurent aveva un sogno nascosto, ovvero quello di andare in Europa, di avere una vita migliore in un continente diverso e magari con più possibilità. Il padre risponde dicendo che all’Europa nessuno ci aveva mai pensato. Se Laurent voleva costruire il suo futuro altrove doveva studiare ed era quello che faceva.
La famiglia del ragazzino è sicura che qualcuno ha convinto Laurent a compiere questo gesto così estremo. Non aveva un cellulare e nemmeno i mezzi per arrivare all’aeroporto. Per il momento, le ragioni di questo gesto rimangono ancora oscure.
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